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Articoli - Dipendenza da cybersesso

Cybersesso - quando il virtuale sostituisce il reale

Gli eros-navigatori della rete, pur essendo una minoranza (tra il 6 e l'8 per cento), rischiano la dipendenza. Con gravi ripercussioni anche in famiglia.
Ne hanno parlato esperti e psicologi in un convegno tenuto giorni fa a Palermo.


Può il sesso virtuale sostituire quello reale? E' quanto si sono chiesti psicologi e psichiatri riuniti sabato scorso a Palermo nel convegno sulle nuove dipendenze organizzato dalla Scuola di specializzazione in Psichiatria dell'università, diretta da Daniele La Barbera. Ed hanno concluso, presentando i dati di una ricerca, che la dipendenza dal cybersesso oggi può considerarsi una vera e propria patologia. Da curare.

Gli erosdipendenti che navigano in siti a luce rossa (numerosissimi e molti dei quali gratuiti, anche se le "bufale" e i rischi di incappare in bollette astronomiche sono tanti) o frequentano chat di incontri sono stimati tra il 6 e l'8 per cento del complesso degli internauti. Hanno dai 33 ai 50 anni e sono soprattutto uomini (il 79 per cento contro il 21 per cento di donne).

Gli appassionati del sesso virtuale, che si incontrano in chat-room o discorrono via e-mail sono in genere eterosessuali (63 per cento). Più della metà (53 per cento) sono sposati, il 47 per cento single e una minoranza (14,5 per cento) divorziati.



"I dipendenti dal cybersex - ha detto il professor Tonino Cantelmi, docente di Psicopatologia dello sviluppo all'Università di Palermo e presidente dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (nonché direttore del sito Psychoinside) che ha curato la ricerca - utilizzano il computer ai fini della ricerca di materiale sessuale per un numero di ore superiore alle 11 per settimana, spendendo comunque un totale di ore connessi tra le 35 e le 45".

Oltre alla diversità numerica di presenza in rete tra uomini e donne, la ricerca ha rilevato anche un diverso modo di approccio. Se i primi sono più interessati alle immagini sessuali, le seconde preferiscono di gran lunga tessere vere e proprie relazioni virtuali. Che in molti casi diventano anche concrete. L'80 per cento di donne, contro il 33,3 per cento di uomini, hanno infatti affermato che la loro attività online le ha condotte a incontri sessuali reali.

Ma chi c'è davvero dall'altra parte del video? Un fenomeno molto presente negli incontri virtuali è anche quello del cambio d'identità, garantito dalle possibilità di ricorrere al perfetto anonimato nella rete. Tant'è che ben il 71 per cento dei dipendenti dal cybersesso dice di cambiare la propria identità, il 38 per cento cambia addirittura la razza e il 5 per cento cambia di genere.

Chi è colpito da questa forma di dipendenza, però, rischia davvero grosso. Sebbene la maggior parte del materiale pornografica venga scaricato dalla rete nelle ore di lavoro, i dipendenti dal sesso online si collegano soprattutto la notte, con la conseguente perdita di ore di sonno e un progressivo calo del rendimento sul lavoro. Le conseguenze negative si fanno sentire presto anche in famiglia, con il partner che si sente rifiutato e incapace di competere con l'immagine virtuale della donna o dell'uomo che il partner conosce su Internet.

Per una introduzione al tema e ai percorsi di terapia vedi:  Dipendenza da cybersesso

 

Centro Hikikomori - Milano - Settembre 2012 - pagina aggiornata Novembre 2018